Paola Sandri fu uccisa a Pechino nel 2006, dove si trovava per un dottorato di ricerca: la donna fu accoltellata fatalmente.
Il delitto risale al 2006, a Pechino, dove la 29enne italiana Paola Sandri fu accoltellata mentre si trovava nella capitale cinese per un dottorato di ricerca. La Corte federale di Pechino ha condannato a morte il presunto assassino della donna, la cui sentenza è stata letta alla presenza del personale del Consolato italiano, che ha informato la famiglia.
Il delitto di Paola Sandri
Era il 25 luglio 2006 quando il cadavere di Paola Sandri – ricercatrice vicentina dell’università di Lione che si trovava in Cina per un dottorato – fu trovato agonizzante dai custodi di un museo di Pechino. Quella sera era stata a cena con degli amici e, mentre rientrava a casa da sola, è stata aggredita improvvisamente. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’assassino si avventò sulla ragazza per rubarle la borsetta, colpendola con tre coltellate.
La condanna del killer
Le prime indagini degli inquirenti non hanno mai ottenuto alcun esito: un’inchiesta fu aperta dalla procura di Vicenza dopo che l’autopsia, eseguita in Italia, aveva confermato l’ipotesi omicidiaria, senza riuscire a trovare però nessun colpevole.
Solo nel 2022, i genitori di Paola Sandri sono stati informati dall’ambasciata italiana in Cina che era stato arrestato il presunto omicida della figlia: un 47enne di nazionalità cinese. Dopo 16 anni di indagini infruttuose, oggi arriva la notizia della condanna a morte per l’uomo.
La pena potrà venire commutata in ergastolo in caso di buona condotta in carcere, ma per il padre di Paola, Luigi Sandri, finalmente “si chiude il cerchio”. La famiglia Sandri non ha chiesto risarcimenti e non ha partecipato al processo, presente invece personale del consolato italiano.
